Bologna • 4 maggio 1990
Fabbrika ’Patafisik2a
Servirono una giornata intera di allestimento e chilometri e chilometri di cavi per gli impianti audio e luci. La regia, curata da Tania Lorandi, ruotava attorno a dei punti fissi: la macchina, l’autoironia, la ’Patafisica e lo sciopero per ricontestualizzare la Fabbrika in una fabbrica.
In quest’area di 3.000 metri quadri le luci guidavano lo spettatore nel percorso e, man mano, illuminavano le installazioni, le performance teatrali e la musica dal vivo. Uno ad uno, gli interventi rianimavano questa grande macchina come fossero dei piccoli motori che, accendendosi, la rimettevano metaforicamente in movimento, trasformandola progressivamente da uno spazio vuoto e statico ad un laboratorio creativo totale, attivo, dove l’arte avveniva di fronte allo spettatore, coinvolgendolo.
Allora, vediamo un po’. Sei entrato nel Collage de ’Pataphysique nel 1990 in occasione dello spettacolo multimediale alla Fabbrika di Bologna (centro sociale). Io amo sentirti dire quanto ti colpì l’energia del pubblico che era dietro di te mentre dipingevi e ritagliavi la monumentale opera su plastica che loro avrebbero attraversato per entrare nello spazio espositivo…
È stata una cosa emozionante, veramente. Ogni volta che ci ripenso mi vengono i brividi, perché avere dietro tutte quelle persone, l’atmosfera che si era creata con la musica, le luci soffuse, questi attori che si vedevano e non si vedevano, le installazioni … è stata bella come situazione. Avere dietro alle spalle tutta questa gente, che quasi spingeva per entrare, e io un po’ alla volta davo loro da mangiare come se fossero affamati; un pezzettino per volta aprivo questo telo che tagliavo con una lama e quei tagli sembravano delle sciabolate di luce all’interno di questa grandissima opera. Era intensa la sensazione che si era creata. E poi gli attori e gli altri artisti che si affacciavano, con le mani entravano, apparivano e sparivano dal lavoro. È stato penso uno dei momenti più belli della mia vita anche perché io sono una persona timida e reggere un confronto del genere mi ha molto emozionato.
(tratto dall’intervista di Tania Lorandi a Mauro Rea http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00460.html)
Grazie Tania, molto commuovente, almeno per me, e suggestivo.
Sei grande
Mauro
Non foss’altro che la pressione meccanica, il viaggio a ritroso è gesto virtuoso, la mossa veloce è azione che cuoce e l’aspetto visivo è molto incisivo.
Afro Somenzari
Reggente
Questo è un pezzetto essenziale della storia della patafisica universale. Che dico pezzetto: pezzo. Che dico pezzo: pezzone.
Che dico pezzone: pezzolone. Di pezzoloni si nutre – e si copre – la scienza delle scienze. Consiglio: annusare il pezzolone col gigantesco nez che ci caratterizza. E anche con giganteschio che ci caratterizza. Grazie, merci, Tanià.
Nez-de-Nage
(Correspondant du Collège – Amateur du Collage – Flaireur du Pezzolon – Flanêur de la Vie)
A tout les a’ part en marche a’continuez le combat des compostables;
le sourire nous emportera avec la a’gloire attendue!
embrassade particulière à the big bosse de nage
Fabienne Guérens
Bruxelles